Il piccolo Hans

Il dramma di una famiglia tedesca nell’inferno della guerra

 

Il piccolo Hans
Siamo alla vigilia del più grande conflitto di tutti i tempi, o dei tempi a venire, a parte il solo caso in cui si verificasse la totale estinzione del genere umano. Un disastro di immani proporzioni, non paragonabile probabilmente neppure ai cataclismi naturali più devastanti che l’uomo possa ricordare: la Seconda Guerra Mondiale.
La tranquilla famiglia Meier, i cui membri sono dediti all’arte e alla filosofia, più che a questioni di attualità e di politica, sono risucchiati dall’inevitabilità degli eventi del periodo storico in cui vivono, in una realtà sconvolgente e raccapricciante. Ma una sorte non meno tremenda sta per abbattersi su alcuni dei più accaniti fautori, nonché fomentatori del disastro bellico, i quali, loro malgrado, saranno costretti a saggiare di persona la crudeltà più spietata generata dalla guerra totale. Il piccolo Hans è una raccolta di quattro racconti più un epilogo, i cui eventi si richiamano l’un l’altro, come le eco di un suono emesso in alta montagna. Dunque sarebbe più opportuno definirli episodi, invece che racconti. Ogni episodio, pur essendo frutto della fantasia dell’Autore, ha una grande attendibilità storica. I personaggi a volte sono inventati, a volte sono realmente esistiti, a volte sono un misto tra invenzione e verità. Ad esempio il dottor Pfannmüller, descritto nel racconto dal titolo La medicina come arte, è un personaggio che ha realmente esercitato la professione medica in Germania durante il periodo nazista. Il dottor Kurt Meier, che incontriamo come protagonista ne Le esperienze estrametodiche della verità, ma che ricompare parzialmente anche in La medicina come arte e ne La perfezione della tecnica, ha effettivamente partecipato alla Campagna di Russia, anche se il suo vero nome non era Meier, ma Reubel. Infine il protagonista del primo racconto, Hans Meier, che presta il proprio nome al titolo del libro, è un personaggio completamente inventato. Tuttavia là dove i personaggi descritti non sono reali, sono veri dal punto di vista della loro plausibilità: l’ultimo racconto, così come il primo, descrivono situazioni che riassumono molti casi effettivamente avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale. Rappresentano, dunque, la realtà dei fatti e delle circostanze, più che quella dei personaggi.
Dedicandosi alla lettura di questi incredibili racconti, il lettore trascorrerà qualche ora diversa dal solito. Ma auspichiamo anche che questo piccolo libro di narrativa possa essere di stimolo per l’approfondimento di quei temi che, forse, meriterebbero di essere trattati più ampiamente dai mezzi di informazione, o di essere approfonditi maggiormente nelle nostre scuole.

L’ Autore

Aldo Caputo è nato a Torino nell’agosto del 1966. Diplomatosi in pianoforte  e laureatosi in filosofia con tesi in estetica musicale, ha conseguito master universitari in Didattica multimediale e in Bioetica. Da molti anni è appassionato di storia contemporanea. Ha lavorato presso note case editrici, dapprima come redattore, poi come coordinatore editoriale  e infine come direttore editoriale. Attualmente lavora come libraio ed editore. Insegna Bioetica e Filosofia della Scienza presso l’Università Popolare di Torino.

Il sommario

Leggi un brano

1 Il piccolo Hans e il sentimento del sublime
2 Le esperienze extrametodiche della verità
3 La medicina come arte
4 La perfezione della tecnica
5 Epilogo

Brano

Il piccolo Hans alla Biblioteca Nazionale Tedesca

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>