Racconto del secolo XVI per commento ai Promessi Sposi di A. Manzoni
L’Innominato, storia del secolo XVI per commento ai Promessi Sposi ebbe un gran successo e secondo il giudizio di alcuni, fu letto da quasi tutta l’Italia. Molti critici parlarono bene di quest’opera, riconoscendo al Gualtieri un’ottima vena inventiva, oltre che uno stile piacevole. Pare che lo stesso Manzoni, al quale il Gualtieri si propose per ottenere il permesso di citare personaggi già presenti ne I Promessi Sposi, lo avesse incoraggiato manifestandogli una sincera ammirazione. Altri critici, tuttavia, contestarono all’Innominato quell’anticlericalismo evidente e pungente, ancor più pressante nei romanzi che seguirono.
L’Innominato fu il primo di una serie di sette romanzi, legati da un filo comune, una sorta di ciclo narrativo, i cui titoli sono i seguenti: I piombi di Venezia (1858), Dio e l’uomo (1861), Malebranche (1883), Pape Satan (1884), La città del sole (1885) e I beviori di sangue (1886).
Storicamente L’Innominato, che pure descrive vicende che si svolgono nell’arco di due generazioni – il conte Eriberto di cui si parla all’inizio è il genitore di Bianca, uno dei personaggi principali del romanzo – anticipa i fatti narrati dal Manzoni. Un altro tratto di differenziazione tra il Gualtieri e il Manzoni è il diverso atteggiamento che i due Autori assumono nei confronti del clero. Più comprensivo il Manzoni – il peggior rappresentante del clero che incontriamo ne I Promessi Sposi è don Abbondio, il che è tutto detto – meno riverente il Gualtieri, che non esita a tratteggiare un clero avido, corrotto, né indugia a descrivere con minuzia di dettagli i tribunali dell’Inquisizione e le tecniche di tortura che venivano praticate in queste sedi per estorcere le confessioni ai prigionieri
Ricordiamo, infine, quel Nicola Sanese, nato a Firenze nel 1818 e ivi morto nel 1889, brillante disegnatore e pittore italiano, nonché autore di molte delle illustrazioni realizzate per codesta edizione de L’Innominato del Gualtieri, qui riproposte a corredo del testo. Pittore di pregio che realizzò molte opere a carattere storico e realistico, ma anche di impegno patriottico e rivoluzionario, il Sanese fu anche un incredibile e prolifico illustratore, come ben testimonia quest’opera.
L’ Autore
Luigi Gualtieri nacque a Saludecio nel 1827 – lo stesso anno della morte di Ludwig van Beethoven – in un momento storico in cui l’Europa era da poco uscita dalle devastazioni delle guerre napoleoniche e respira-va un clima di restaurazione politica. Nel 1886 Gualtieri divenne titolare della cattedra di letteratura italiana presso il liceo Cassini di Sanremo. Morì nella stessa città nel dicembre 1901.